Carmine Abate, scrittore calabrese. premio Campiello con il suo La collina del vento, edito da Mondadori. La sua è una storia che racconta cento anni di resistenza ai soprusi attraverso la saga di una famiglia calabrese, gli Arcuri, che su una collina dai molti misteri per più di un secolo assistono a nascite e morti, amori e ferite.
Piace perché tratta temi universali che riguardano tutti. In primo luogo la necessità di difendere il proprio territorio da chi, al contrario, cerca di violentarlo continuamente. Nel romanzo c’è proprio una sorta di braccio di ferro tra chi ama la propria terra e chi, invece, cerca solo di sfruttarla. Ne La collina del vento c’è una famiglia – la Arcuri – che difende la propria terra dai soprusi di ogni tipo a partire dal latifondista locale che vorrebbe impossessarsi della collina fino ad arrivare ai giorni nostri, alla ‘ndrangheta e alle pale eoliche che stanno sorgendo ovunque, in Calabria e in tutto il sud.
È l’urgenza, la necessità di raccontare qualcosa che spinge Carmine Abate a scrivere.
Piace perché tratta temi universali che riguardano tutti. In primo luogo la necessità di difendere il proprio territorio da chi, al contrario, cerca di violentarlo continuamente. Nel romanzo c’è proprio una sorta di braccio di ferro tra chi ama la propria terra e chi, invece, cerca solo di sfruttarla. Ne La collina del vento c’è una famiglia – la Arcuri – che difende la propria terra dai soprusi di ogni tipo a partire dal latifondista locale che vorrebbe impossessarsi della collina fino ad arrivare ai giorni nostri, alla ‘ndrangheta e alle pale eoliche che stanno sorgendo ovunque, in Calabria e in tutto il sud.